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loro su ricchi bacili: Isolina prende la spada e la presenta a Tebaldo, che la bacia, e la cinge: poi s’inginocchia avanti Isolina, che gli adatta la corona su l’elmo
espress. Questo brando, questo serto
Ti rammenti ognor tal dì...
E la man che a te gli offrì
Teb. Bacio il brando, questo serto:
Mai scordar saprò tal dì...
E la man che a me l’offrì —
(Quel ciglio amoroso, poi con trasporto
Quel tenero accento
Mi rende contento,
Lusinga il mio cor:
Incanto soave!...
Felice momento! —
Rapito mi sento
Da gioja, e d’amor.)
Erm. Oh! torna a questo seno,
Invitto Eroe: — Geroldo,
Isolina, abbracciate
Il prode mio liberatore: amate
Il fratel vostro.
Teb. confuso. E che?... Signor!... Ed io...
Geroldo e Isolina lo abbracciano
Isolina!... Geroldo!... (oh gioja!)
Erm. Il mio
Dolce fratello, il mio compagno d’armi,
Sigerto, tu sarai.
La fè ten giuro:
gli stringe la mano, e la porta al suo cuore
Teb. Ed io che un dì giurai!...
L’odio sparì.)