Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
92 | la secchia rapita |
47
Bella de la mia donna e ricca spoglia
che donata da lei meco te ’n vieni,
acciò che dal suo amor non mi discioglia
e mi leghi in piú nodi e m’incateni;
tu sarai refrigerio a la mia doglia,
tu sarai nuovo pegno a le mie speni. —
La bacia e la ribacia in questi accenti,
e va seco sfogando i suoi tormenti.
48
Passa il giovane amante: e dopo lui
la gente di Faenza arriva e passa.
Tutti son cavalier, fuora che dui
staffieri a piè del capitan Fracassa.
Del buon sangue Manfredo era costui,
onor di quell’etá cadente e bassa;
secento ha seco, e cento, i piú garbati,
di maiolica fina erano armati.
49
Indi Cesena vien sotto l’impero
di Mainardo d’Ircon da Susinana,
che s’è fatto signor di condottiero
di gente disperata empia e scherana.
Ottocento pedoni ha seco il fero,
usati a vita faticosa e strana;
non ha cavalleria, ma i fanti sui
vagliono piú ch’i cavalieri altrui.
50
La nona squadra fu de gl’imolesi
che da Pietro Pagani eran condotti:
mille e cento tra fanti e banderesi,
saccomanni, briganti e stradiotti.
Dopo questi venieno i forlivesi,
da gli Ordelaffi in servitú ridotti;
Scarpetta di condurgli ebbe l’onore,
che de gli altri fratelli era il maggiore.