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canto quinto | 91 |
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Rimini vien con la bandiera sesta:
guida mille cavalli e mille fanti
il secondo figliuol del Malatesta,
esempio noto agl’infelici amanti.
Il giovinetto ne la faccia mesta
e ne’ pallidi suoi vaghi sembianti
porta quasi scolpita e figurata
la fiamma che l’ardea per la cognata.
44
Halli donata al dipartir Francesca
l’aurea catena a cui la spada appende;
la va mirando il misero, e rinfresca
quel foco ognor che l’anima gli accende:
quanto cerca fuggir tanto s’invesca,
e ’l suo cieco furore invan riprende,
ché giá su la ragione è fatto donno,
né distornarlo omai consigli il ponno.
45
— Perché, donna, dicea, di questo core,
legarmi di tua man di piú catene?
Non stringevano assai quelle, onde Amore
de le bellezze tue preso mi tiene?
Ma tu forse notasti il mio furore,
dissimulando il mal che da te viene:
furore è il mio, non nego il mio difetto;
ma mi traesti tu de l’intelletto.
46
Tu co’ begli occhi tuoi speranza desti
a la fiamma d’amor viva e cocente,
che sfavillar da questi miei scorgesti
e chiederti pietá del cor languente.
Ma, lasso, che vo io torcendo in questi
vani pensier l’innamorata mente,
e sinistrando il caro pegno amato,
che da sí nobil petto in don m’è dato?