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86 | la secchia rapita |
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Musa, tu che cantasti i fatti egregi
del re de’ topi e de le rane antiche,
sí che ne sono ancor fioriti i fregi
lá per le piagge d’Elicona apriche;
tu dimmi i nomi e la possanza e i pregi
de le superbe nazion nemiche,
ch’uniron l’armi a danno ed a mina
de la cittá de la salciccia fina.
24
Poscia che gli apparecchi e la contesa
di Bologna la fama intorno sparse,
trasse il desío di cosí degna impresa
quattordici cittá seco ad armarse.
Tremò l’Imperio, e invigorí la Chiesa,
sentí l’Italia in freddo giel cangiarse:
e credo che ’l soldan de’ mammalucchi
ne mandasse ragguaglio al re de’ cucchi.
25
Il Papa, ch’era padre e protettore
de la parte de’ guelfi e de la Chiesa,
avendo udito in Francia il gran romore
e la cagion di sí crudel contesa,
per aggiungere a’ suoi fede e valore,
spedí subito nunzio a quell’impresa
da Vienna un suo domestico prelato,
che monsignor Querenghi era nomato.
26
Questi era in varie lingue uom principale,
poeta singular tosco e latino,
grand’orator, filosofo morale,
e tutto a mente avea sant’Agostino;
ma il Papa non lo fece cardinale,
ché ’n sospetto gli entrò di ghibellino,
dopo ch’ei ritornò di nunziatura,
e perdé la fatica e la ventura.