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82 | la secchia rapita |
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Sandrin Pedoca e Battistin Panzetta
e Luca Ponticel gli furo appresso;
fu morto il Ponticel d’una saetta
ch’uscí di man di Berlinghier dal Gesso:
ma Ramberto salito in su la vetta
si trovò incontro il capitano istesso,
ch’armato d’una ronca era venuto
correndo in quella parte a dare aiuto.
8
Tosto ch’ei può fermar tra’ merli il piede,
pianta l’insegna; e oppone il forte scudo
a Nasidio, che l’urta e che lo fiede
con la ronca a due man d’un colpo crudo.
L’aspra percossa ogni riparo eccede,
l’armi distrugge, e lascia il braccio ignudo
e ferito a Ramberto, e ’l cor ripieno
di furor e di rabbia e di veleno.
9
A Nasidio s’avventa; e con le braccia
pria ne la gola, indi ne’ fianchi il cigne;
Nasidio ratto anch’ei seco s’abbraccia,
lascia la ronca, e al paragon si strigne:
l’uno di qua, l’altro di lá procaccia
d’atterrare il nemico e lo sospigne;
gli avviticchia le gambe e lo raggira;
or l’urta a destra, or a sinistra il tira.
10
Grida Nasidio che ’l guerrier sia preso
o quivi in braccio a lui di vita casso;
egli di rabbia e di furore acceso,
l’alza su ’l petto e tira in dietro il passo,
e su l’orlo del muro il tien sospeso,
indi si lancia a precipizio a basso:
Gesú chiama per aria in suo sussidio
il discendente del famoso Ovidio.