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72 | la secchia rapita |
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Di Salinguerra il poderoso dico,
che tenne giá Ferrara e Francolino,
fin che fu poi dal Papa suo nemico
sospinto fuor del nobile domino,
e tornò a ripigliar lo scettro antico
il seme del superbo Aldobrandino:
si trova in somma scritto in varie carte,
che ’l conte era grand’uomo in ogni parte.
40
Tosto ch’ode il romor, chiede da bere
a Livio suo scudiero, e l’armi chiede;
e beve in fretta, e poi volge il bicchiere
sopra la sottocoppa in su col piede:
s’adatta i braccialetti e le gambiere;
s’affaccia a la finestra; e guarda, e vede
a quel romor, senza notizia averne,
saltar di casa ognun con le lanterne.
41
Giá avea l’usbergo, e subito s’allaccia
l’elmo con piume candide di struzzo:
cigne la spada, e ’l forte scudo imbraccia,
e monta sopra un nobile andaluzzo.
Gli portava dinanzi una rondaccia
e una balestra il sordo Malaguzzo:
era stizzato, e gli sapeva male
di non aver finito il madrigale.
42
Giunto a la porta e udito il gran fracasso,
montò subitamente in su le mura,
e mirò intorno, e vide giú nel basso
d’armi coperto il ponte e la pianura;
vide i nemici aver serrato il passo,
e de’ soldati suoi l’aspra ventura;
onde, pieno d’angoscia e di dispetto,
sospirò forte, e si percosse il petto.