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58 | la secchia rapita |
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Un giovinetto di superbo core,
che di sua fresca etade in su ’l mattino
non avea ancor segnato il primo fiore
del primo pel, nomato Valentino,
avea dipinto addormentato Amore;
e Medola reggea, Montefiorino,
Mursian, Rubbian, Massa e Povello,
Vedriola, e de l’Oche il gran castello.
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Di giavellotti armati e gianettoni,
di panciere e di targhe eran costoro,
con martingale e certi lor saioni
che chiamavano i sassi a concistoro.
Sotto le scarpe avean tanti tacconi,
che parea il campo d’Agramante moro
che in zoccoli marciasse a lume spento:
e non erano piú che cinquecento.
69
Poiché la fanteria de la montagna
fu veduta passar di schiera in schiera,
il Potta fece anch’egli a la campagna
uscir la gente sua ch’armata s’era.
E giá quella di Parma e d’Alemagna
e di Cremona giunta era la sera
da la parte del Po, per la fatica
che da Reggio temea, cittá nemica.
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In Garfagnana intanto avea intimato
a’ cinque capitan de le bandiere,
che non uscisser pria di quello stato
che vi giungesse il re con le sue schiere:
però ch’anch’ei da Lucca avea mandato
a fare in fretta a la cittá sapere
ch’ei venía quindi, e domandava gente
da potersi condur sicuramente.