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canto terzo 57


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     Fiumalbo e Bucasol terre del vento,
Magrignan, Montecreto e Cestellino;
esser potean da mille e quattrocento
gl’inculti abitator de l’Apennino;
Apennin ch’alza sí la fronte e ’l mento
a vagheggiar il ciel quindi vicino,
che le selve del crin nevose e folte
servon di scopa a le stellate volte.
64
     Tutti a piedi venían con gli stivali,
armati di balestre a martinelle,
che facevano colpi aspri e mortali
e passavano i giacchi e le rotelle:
pelliccioni di lupi e di cinghiali
eran le vesti lor pompose e belle;
spadacce al fianco aveano e stocchi antichi,
e cappelline in testa e pappafichi.
65
     Ma chi fu il duce de l’alpina schiera?
Fu Ramberto Balugola il feroce,
che portava un fanciul ne la bandiera
che faceva a un giudeo baciar la croce.
Con armatura rugginosa e nera
e piume in testa di color di noce,
venía superbo a passi lunghi e tardi,
con una scure in collo e in man tre dardi.
66
     Da Ronchi lo seguía poco lontano
Morovico signor di quella terra:
Palagano e Moccogno e Castrignano
guidava e quei di Santa Giulia in guerra.
Da quattrocento con spuntoni in mano
co’ piedi lor calcavano la terra:
dietro a l’insegna d’una barca a vela,
e cantando venían la fa-li-le-la.