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canto terzo 55


55
     Alessio era il suo nome; e ’n sesta rima
composto avea l’amor di Drusiana:
nel resto fu baron di molta stima:
e seco avea Farneda e Montagnana.
Questa gente contata con la prima,
non era da giostrare a la quintana:
eran da cinquecento ferraguti,
di rampiconi armati e pali acuti.
56
     Di Veriga e Bison l’insegna al vento,
ch’era in campo azzurrino un sanguinaccio,
spiega Pancin Grassetti, e quattrocento
fanti conduce a suon di campanaccio:
ma piú di questi ne mandaron cento
Montombraro, Festato e ’l Gainaccio,
con l’impresa d’un asino su un pero:
e Artimedor Masetti è il condottiero.
57
     Taddeo Sertorio, di Castel d’Aiano
conte e fratel di Monaca la bella,
conducea Montetortore e Misano,
dove fu la gran fuga, e la Rosella,
con archi e spiedi porcherecci in mano,
spiegando in campo bianco una padella:
trecento fûr che quelle vie ronchiose
con le piante premean dure e callose.
58
     Seguiva di Monforte e di Montese,
Montespecchio e Trentin poscia l’insegna:
Gualtier figliuol di Paganel Cortese
l’avea dipinta d’una porca pregna:
fûr quattrocento; e parte al tergo appese
accétte avean da far nel bosco legna;
parte forconi in spalla; e parte mazze
e pelli d’orso in cambio di corazze.