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52 | la secchia rapita |
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Zaccaria, che si vide abbandonato
dal genero, partí subito i fanti;
e quattrocento al cavalier Brusato,
e a Guido Coccapan dienne altrettanti.
Il cavalier un elefante alato
ha ne l’insegna: e Guido ha due giganti
che giocano a le noci: il vecchio ha un gatto
che insidia un topo e stassi quatto quatto.
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Quelli poi di Formigine e Fiorano,
dove nascono fichi in copia grande,
sono trecento, e Uberto Petrezzano
gli guida e ne l’insegna un orco spande.
Baiamonte con lui di Livizzano
quasi a un tempo arrivò con le sue bande:
ducento fûr con partigiane in spalla;
e la bandiera avean turchina e gialla.
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Appresso d’Uguccion di Castelvetro
l’insegna apparve, ch’era un cardo bianco.
Trecento balestrier le tenean dietro,
ch’avean bolzoni e mazzafrusti al fianco.
Da Gorzan, Maranello e da Ceretro
de’ famosi Grisolfi il buon Lanfranco
tratti avea cinquecento in una schiera,
e portava un frullon ne la bandiera;
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onde la Crusca poi gli mosse lite,
che fu rimessa al tribunal remano.
Con l’impresa d’un pero e d’una vite,
Stefano e Ghin de’ conti di Fogliano
avean con l’armi foglianese unite
quelle di Montezibio e di Varano,
ch’eran ducento ottanta martorelli,
unti e bisunti, che parean porcelli.