Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
46 | la secchia rapita |
19
La gente che solcar soleva l’onda
e or solca il letto del gran fiume estinto,
e quella dove cade e si profonda
il Panáro diviso e ’n dietro spinto,
lasciâr le barche e i remi in su la sponda
e mosse da guerrier nobile instinto,
quivi s’appresentâr con lance e spiedi,
cento a cavalli e novecento a piedi.
20
Per capitani avean due schiericati,
l’arciprete Guidoni e ’l frate Bravi;
che dianzi per ribelli ambo cacciati
avean con una man d’uomini pravi
la Stellata e ’l Bonden poscia occupati,
e ’l transito al Final chiuso a le navi.
Or rimessi venían con queste schiere,
in abito di guerra, in armi nere.
21
Alderan Cimicelli e Grazio Monte
seguian dopo costoro a mano a mano:
la Staggia l’uno e la Verdeta ha pronte,
quei di Roncaglia ha l’altro e di Panzano.
Il destrier che portò Bellorofonte
giá in alto, Grazio, e un argano Alderano
ne le bandiere lor spiegano al vento:
e i soldati fra tutti eran secento.
22
San Felice, Midolla e Camurana,
secento a piedi e ottanta erano in sella;
Nerazio Bianchi e Tomasin Fontana
gli conduceano a la tenzon novella.
Tomasin per insegna avea una rana
armata con la spada e la rotella:
Nerazio, che reggea quei da cavallo,
avea una mezza luna in campo giallo.