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44 | la secchia rapita |
11
Il prato de’ Grassoni a destra mano
dal ponte del Panaro era distante
quanto un arco potria tirar lontano;
e quivi ognun dovea fermar le piante.
Chi dal monte, il dí sesto, e chi dal piano
dispiegò le bandiere in un istante;
e ’l primo ch’apparisse a la campagna
fu il conte de la rocca di Culagna.
12
Quest’era un cavalier bravo e galante,
filosofo, poeta e bacchettone;
ch’era fuor de’ perigli un Sacripante,
ma ne’ perigli un pezzo di polmone.
Spesso ammazzato avea qualche gigante,
e si scopriva poi ch’era un cappone;
onde i fanciulli dietro, di lontano,
gli soleano gridar: — Viva Martano. —
13
Avea ducento scrocchi in una schiera,
mangiati da la fame e pidocchiosi;
ma egli dicea ch’eran duo mila, e ch’era
una falange d’uomini famosi:
dipinto avea un pavon ne la bandiera
con ricami di seta e d’ôr pomposi;
l’armatura d’argento, e molto adorna;
e in testa un gran cimier di piume e corna.
14
Fu Irneo di Montecuccoli il secondo,
figliolo del signor di Montalbano;
giovane disdegnoso e furibondo,
e di lingua e di cor pronto e di mano;
a carte e a dadi avría giucato il mondo,
e bestemmiava Dio com’un marrano:
buon compagno nel resto e senza pecche,
distruggitor de le castagne secche.