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40 | la secchia rapita |
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Poscia che passeggiata a parte a parte
ebber gli dèi quella cittá fetente,
e ben considerato il sito e l’arte
del guerreggiare e ’l cor di quella gente,
a un’osteria si trassero in disparte,
ch’avea un trebbian di Dio dolce e rodente;
e con capponi e starne e quel buon vino
cenaron tutti e tre da paladino.
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Mentre questi godean, da l’altro canto
Pallade e Febo eran discesi in terra;
e concitando gían Bologna intanto
e le cittá de la Romagna, in guerra.
Quanto è dal Reno al Rubicone, e quanto
tra ’l monte e ’l mar quivi s’estende e serra,
s’unisce con Bologna, e s’apparecchia
di gir con l’armi a racquistar la secchia.
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L’intesero gli amanti, e a la difesa
prepararono anch’essi i lor vassalli.
Bacco chiamò i tedeschi a quell’impresa,
e andò fin in Germania ad invitalli.
Essi, quand’ebber la sua voglia intesa,
in un momento armâr fanti e cavalli,
benedicendo ottobre e San Martino,
e sperando notar tutti nel vino.
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Marte restò in Italia a preparare
la milizia di Parma e di Cremona:
Venere disse che volea tentare
di far venir un re quivi in persona;
e passando dov’Arno ha foce in mare,
si fe’ da le Nereidi a la Gorgona
portar, e quindi a l’isola de’ Sardi,
ricca di cacio e d’uomini bugiardi.