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34 | la secchia rapita |
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e come quel ch’ancor de la pazzia
non era ben guarito intieramente,
per allargare innanzi al re la via,
menava quella mazza fra la gente;
ch’un imbriaco svizzero paría,
di quei che con villan modo insolente
sogliono innanzi ’l papa il dí di festa
romper a chi le braccia, a chi la testa.
40
Col cappello di Giove e con gli occhiali
seguiva indi Mercurio, e in man tenea
una borsaccia, dove de’ mortali
le suppliche e l’inchieste ei raccogliea;
dispensavale poscia a due pitali
che ne’ suoi gabinetti il padre avea,
dove con molta attenzion e cura
tenea due volte il giorno segnatura.
41
Venne alfin Giove in abito reale
con quelle stelle c’han trovate in testa,
e su le spalle un manto imperiale
che soleva portar quand’era festa;
lo scettro in forma avea di pastorale
e sotto il manto una pomposa vesta
donatagli dal popol sericano,
e Ganimede avea la coda in mano.
42
A l’apparir del re surse repente
da i seggi eterni l’immortal senato;
e chinò il capo umile e riverente,
fin che nel trono eccelso ei fu locato.
Gli sedea la Fortuna in eminente
loco a sinistra, ed a la destra il Fato;
la Morte e ’l Tempo gli facean predella,
e mostravan d’aver la cacarella.