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318 rime


     ma, quanto cerca immascherarsi piú
e ingannar Roma e la cittá del Po,
tanto piú il conte di Culagna sta.
Io non so che sará,
ma siam nel sol lione e, quanto a me,
piazza Colonna, questi fan per te.

XL

Ad Antonio Scapinelli.

     Monsignor patriarca Scapinelli,
segretario del duca e archimandrita
de la corte di Modana fallita,
ch’altro di voi non ha di buono e bello,
     bramo vedervi un dí rosso il cappello
sopra quel chiericon da sodomita;
ditemi in cortesia, chi mi ha rapita
la grazia vostra e di vostro fratello?
     Voi ve ne andate tronfio e pettoruto,
credendo ch’io men muoia disperato,
per non volermi rendere il saluto.
     Ma non temo mi sia ciò rinfacciato
ch’io torno a dirvi, il mio c..... f....,
ch’io v’ho nel c... con tutto il parentato;
né mi sia replicato
che voi siete un grand’uomo e un segretario,
che torno a dir che v’ho nel tafanario.

XLI

Sopra un nobile modenese.

     Questi, che al volto sembra un Caifas,
di nuovo in croce metteria Jesus
e per denari andrebbe in Emaus
e l’anima darebbe a Satanas.