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canto primo | 283 |
73
Quando al fin l’alba in oriente apparve
e le sue stelle in ciel la notte ascose,
s’ascosero e fuggir tutte le larve
e le finte bellezze insidiose:
frutti, fior, fronde, ogni delizia sparve,
gli ameni prati e le selvette ombrose;
e l’isola restar vedemmo piena
d’orridi sassi e d’infeconda arena.
73
Tre giorni siamo in sì solinga stanza
senza riposo e senza cibo stati,
di rimedio non pur ma di speranza
da tutti gli elementi abbandonati.
Questo spirto, signor, per te n’avanza:
che se tu ti scordavi i tuoi soldati,
o piú tardi giungevi in lor soccorso,
di nostra vita era finito il corso. —
74
Qui tacque Blasco; e lo smarrito aspetto
degli altri confirmò le sue parole.
Li conforta il Colombo: e con affetto
paterno di lor mal seco si duole;
fa ristorargli, e ascolta con diletto
i lor vaneggiamenti e le lor fole;
e l’isola diserta intanto lassa,
e a prender acqua a la vicina passa.
75
Vede rustici alberghi e abitatori;
e d’acqua chiede; e, maraviglia strana,
trova il terren che non produce umori:
ma un grand’arbore in vece è di fontana;
stringonsi intorno a lui tutti i vapori
del luogo; e fuor d’ogni credenza umana
la virtú di quell’arbore gli scioglie,
e gli distilla giú da le sue foglie.