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LETTERA SCRITTA AD UN AMICO
SOPRA LA MATERIA DEL «MONDO NUOVO»
Signor mio,
Vostra Signoria m’ha mandati due canti del suo poema, i quali non sono né i primi né seguiti. L’uno contiene la descrizione d’una battaglia e l’altro un accidente amoroso. Quanto al poema, io non posso giudicare quello ch’egli sia per essere; mentre non ne veggo né principio né mezzo né fine. Ma poich’ella me ne mostra un braccio e una gamba, io discorrerò di quel braccio e di quella gamba per quello che sono. E forse dalle qualitá loro si potrá anche venire in qualche cognizione della riuscita di tutto il corpo; come si narra che giá al tempo antico i savi d’Egitto, veggendo una scarpa sola di Rodope, fecero giudizio della bellezza di tutt’ il corpo suo.
La prima cosa adunque, lo stile a me pare assai buono e corrente: e credo che l’uso continuo glielo fará anco migliore. Sonovi alcuni pochi luoghi espressi stentatamente, ma nella revisione Vostra Signoria avrá piú facile e franca la vena da poterli mutare in meglio. Le comparazioni sono poche; e potrebbono essere alcune di loro piú nobilmente spiegate. L’arditezza de’ traslati alle volte ha qualche difficultá: e sonovi alcune voci o frasi poco toscane segnate in margine. Ma, quello che piú importa, Vostra Signoria secondo l’uso moderno ha premuto piú ne’ concetti inutili che nelle cose essenziali; e seguita (per quanto io posso giudicare) la via degli altri che trattano que-