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16 la secchia rapita


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     Radaldo Ganaceti era su ’l ponte
con molti suoi per impedir il passo,
e insieme col destrier tutto in un monte
fu da la sponda ruinato al basso.
Voltò Gherardo a quel rumor la fronte,
e in aiuto de’ suoi venía a gran passo,
quando comparve ’l Potta al suon di mille
corni, gridi, tamburi e trombe e squille.
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     Si raccoglie il nemico, e si ritira
al terror di tant’armi, al suono, ai lampi;
ma l’incalza Gherardo, e al vanto aspira
d’aver col suo valor rotti due campi:
corre a destra, a sinistra, urta, raggira
il destriero, e di sangue inonda i campi:
rotta ha la spada, e porta ne lo scudo
cento saette, e mezzo ’l capo ha ignudo.
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     Ma tratta da l’arcion ferrata mazza,
Fantin Vizzani e Prospero Castelli,
Astor de l’Armi e Taddeo Bianchi ammazza
e ’l cavalier Martin de gli Asinelli.
A questi spada, scudo, elmo e corazza
fece levar, ch’eran dorati e belli,
per onorarsen poi: ma veramente
fu peccato ammazzar sí nobil gente.
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     Spinte il Potta in aiuto in tanto avea
le prime insegne ai Gemignani stracchi;
ed egli verso il ponte, ove parea
che piú fossero i suoi deboli e fiacchi,
sopra una mula a piú poter correa,
che mordendo co’ piè giucava a scacchi;
quando ferito fu d’una zagaglia
quel de la Grascia, e uscí de la battaglia.