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188 la secchia rapita


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     Per tossico se ’l piglia il conte; e passa
a Modana improviso una mattina;
saluta la moglier che non si lassa
conoscer sospettosa, e gli s’inchina.
Va scorrendo la casa, e al fin s’abbassa,
per dispensare il tossico, in cucina;
ma la trova guardata in tal maniera
che non sa come fare, e si dispera.
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     Torna a salir su per l’istessa scala
tutto affannato e conturbato in volto:
e aspetta fin che sian portati in sala
i cibi, e su la mensa il pranzo accolto.
Allora corre, e la minestra sala
de la moglier col cartoccin disciolto,
fingendo che sia pepe; e a un tempo stesso
scuote la peparola ch’avea appresso.
49
     La cauta moglie e sospettosa viene;
e, mentre ch’ei le man si lava e netta,
gli s’oppone co’ fianchi e con le rene,
e la minestra sua gli cambia in fretta.
Mostra che s’è lavata; e siede, e tiene
l’occhio pronto per tutto, e non s’affretta
a mettersi vivanda alcuna in bocca,
che non abbia il marito in prima tocca.
50
     Il conte in fretta mangia e si diparte,
che non vorria veder la moglie morta.
Vassene in piazza ov’eran genti sparte
chi qua, chi lá, come ventura porta.
Tutti, come fu visto, in quella parte
trassero per udir ciò ch’egli apporta.
Egli cinto d’un largo e folto cerchio,
narra fandonie fuor d’ogni superchio.