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184 | la secchia rapita |
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Volea iterar gli abbracciamenti e i baci,
ma con la bella man la dea s’oppose;
e respignendo l’avide e mordaci
labbia, si tinse di color di rose.
— Frenate, signor mio, le mani audaci
e le voglie, dicea, libidinose;
ché non son questi a gli andamenti, ai cenni
baci fraterni: e udite perch’io venni. —
32
Il principe ristette: ed ella, poi
che d’Enzio il fiero caso ebbe narrato,
ch’estinto il fior de’ cavalieri suoi,
prigioniero pugnando era restato;
le lagrime asciugando: — Or, disse, a voi
che mio padre in sua vece ha qui lasciato,
tocca mostrar, s’in voi non niente il sangue,
che la destra di Svevia ancor non langue.
33
Voi che reggete il fren di questo regno,
potete vendicar di nostro padre
e di nostro frateil l’obbrobrio indegno,
armando in terra e in mar diverse squadre.
Né giá piú glorioso o bel disegno,
né piú famose prove e piú leggiadre
poteva in terra o in mar da parte alcuna
al valor vostro appresentar fortuna.
34
Io, se non fossi donna, andrei con questa
mano a spianar le temerarie mura;
né vorrei che giammai l’iniqua gesta
si vantasse d’aver parte sicura,
se prima non venisse in umil! vesta
con una fune al collo o la cintura
a chiedermi perdono e a consegnarmi
il mio fratello e la cittade e l’armi.