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178 la secchia rapita


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     — O, diceva, bellor de l’universo,
ben meritata ho vostra beninanza;
ché ’l prode battaglier cadde riverso,
e perde l’amorosa e la burbanza.
Giá l’ariento del palvese terso
non mi brocciò a pugnar per desianza;
ma di vostra parvenza il bel chiarore,
sol per vittoriare il vostro quore. —
8
     Cosí cantava il conte innamorato
a lei che del suo amor fra sé ridea.
Ma Venere fra tanto in altro lato
le campagne del mar lieta scorrea:
un mirabil legnetto apparecchiato
a la foce de l’Arno in fretta avea;
e movea quindi a la riviera amena
de la real cittá de la Sirena,
9
     per incitar il principe novello
di Taranto ad armar gente da guerra,
e liberar di prigionia il fratello
che chiuso sta ne la nemica terra.
Entra ne l’onda il vascelletto snello,
spiega la vela un miglio o due da terra.
Siede in poppa la dea, chiusa d’un velo
azzurro e d’oro agli uomini ed al cielo.
10
     Capraia a dietro e la Gorgona lassa,
e prende in giro a la sinistra l’onda;
quinci Livorno e quindi l’Elba passa,
d’ampie vene di ferro ognor feconda;
la distrutta Faleria in parte bassa
vede e Piombino in su la manca sponda,
dov’oggi il mare adombra il monte e ’l piano
l’aquila del gran re de l’Oceàno.