Pagina:Tassoni, Alessandro – La secchia rapita, 1930 – BEIC 1935398.djvu/182

176 la secchia rapita


CANTO DECIMO

ARGOMENTO

     A Napoli se ’n va la dea d’amore,
e ’l principe Manfredi a l’armi accende.
Al conte di Culagna infiamma il core
Renoppia, che di lui gioco si prende.
Ei d’uccider la moglie entra in umore
con veleno, e sé stesso incauto offende.
Fugge la moglie al campo, e si procaccia
d’amante, e fagli al fin le corna in faccia.


1
     Il carro de la notte era giá fuora
del cerchio che divide Africa e Spagna;
e non dormiva e non posava ancora
il glorioso conte di Culagna.
Va tra sé rivolgendo ad ora ad ora
con quant’onore in campo egli rimagna,
poiché mercé di sua felice stella
l’incantato guerrier tratto ha di sella.
2
     Quindi, pensando a la cagion che spinto
Melindo avea su ’l favoloso legno,
pargli non pur del ricco scudo vinto,
ma de la bella donna esser piú degno.
Gli somministra il naturale istinto
e la ragion del suo elevato ingegno,
che, poiché ’l campo il cavalier gli cede,
d’ogni onor, d’ogni premio il lascia erede.