Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
160 | la secchia rapita |
19
Vago di contemplar vista sí bella,
stava l’un campo e l’altro in ripa al fiume
e le due podestá sotto l’ombrella
miravano la giostra al chiaro lume.
Videro Galeotto uscir di sella,
e vider l’altro con gentil costume
stendere al fren la generosa mano
e tenergli il destrier che giá lontano.
20
Galeotto confuso e vergognoso
lo scudo al vincitor partendo cesse;
nel cui lembo dorato e luminoso
subito il nome suo scritto si lesse.
In tanto un cavalier tutto pomposo
d’azzurro e d’oro una gran lancia eresse;
e un leardo corsier di chioma nera
spronò contra il campion de la riviera.
21
Ruppe la lancia al sommo de lo scudo,
e fe’ i tronchi ronzar per l’aria scura;
ma fu colto da lui d’un colpo crudo,
che lo stese tra i fiori e la verdura.
Cadde a pena, che trasse il ferro ignudo
e volle vendicar sua ria ventura;
ma l’altro si ritrasse, ed ecco un vento,
e fu ogni lume intorno a un soffio spento:
22
e tremò l’isoletta, e fiamma viva
vomitando e tonando a un tempo fuore
quindi un gigante orribile n’usciva,
ch’a la terra ed al ciel mettea terrore.
Questi al guerrier che contra lui veniva
s’aventò dispettoso, e con furore
lo ghermí come un pollo, e a spento lume
lui col cavallo arrandellò nel fiume;