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140 la secchia rapita


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     Abano va con questi in una schiera,
e quei di Montagnon seco conduce.
L’aria e la terra affumicata e nera
di sulfureo color gente produce.
Quivi l’orrendo albergo è di Megera,
che di foco infernal tutto riluce.
Se v’era Pietro allor, co’ fieri carmi
traeva i morti regni al suon de l’armi.
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     A liste di color vermiglio e bianco
segnata de’ due conti è la bandiera.
Nantichier di Vigonza è loro al fianco,
e conduce con lui la terza schiera:
Vighezzolo e Vigonza e Castelfranco
seco ha in armi; e, di lá da la riviera
de la Brenta, le terre ove serpeggia
la ’Pergola e ’l Muson fremendo ondeggia.
21
     Camposanpier, Balò, Sala e Mirano,
Strá, la Mira, Oriago, il Dolo e Fiesso,
Arin, Caltana, Melareo, Stigliano,
e ’l popol di Bogione era con esso.
Ne lo stendardo il cavalier soprano
l’antico segno ha di sua schiatta impresso,
ch’una sbarra di vaio è per traverso
in campo d’oro, e ’l fregio è bianco e perso.
22
     Passa il quarto Inghelfredo, uomo che nato
d’ignota stirpe, e a ministerio indegno
da prima eletto, a poco a poco alzato
s’è per occulte vie con cauto ingegno.
Tesoriero fu dianzi; or è passato
a grado militar piú illustre e degno:
ma superbo al sembiante e al portamento,
sembra scordato giá del nascimento.