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132 | la secchia rapita |
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e fra queste Celinda e Semidea,
di Manfredi sorelle e sue dilette:
e l’una e l’altra l’asta e l’arco avea
e la faretra al fianco e le saette.
Renoppia, che dal ponte i suoi vedea
tutti fuggir, la cocca a l’occhio mette,
e drizza il ferro a la scoperta faccia
di Perinto, ch’a’ suoi dava la caccia.
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E se non che Minerva il colpo torse
dal segno ove ’l drizzò la bella mano,
il fortissimo eroe periva forse:
ma non uscí però lo strale invano;
ch’al destrier, ch’a quel punto in alto sorse
d’un salto e si levò tutto dal piano,
andò a ferir nel mezzo de la fronte,
onde col suo signor cadde su ’l ponte.
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Perinto dal destrier ratto si scioglie:
ma lui non mira piú la donna altera;
che declina dal ponte, e si raccoglie
dove fuggiano i suoi da la riviera.
Quivi a Tognon, che l’onorate spoglie
avea tratte a Engheram da la Panciera,
prende la mira, e fa passar lo strale
dove giunto a la spalla era il bracciale.
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Ferito il cavalier si ritraea:
quand’un altro quadrel gli sopraggiunge,
che da l’arco gli vien di Semidea,
e in una gamba amaramente il punge.
Strinse l’asta Celinda, e giú scendea
lá, dove Periteo poco era lunge:
quand’ecco col caval cader ne l’onda
rotolando il mirò da l’alta sponda.