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124 | la secchia rapita |
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Qui chiuse i lumi Alessio; e ’l Malatesta
frenò la mano; e ritirando il passo:
— Col mal augurio tuo, disse, ti resta,
e va’ giú a profetar con Satanasso:
l’armi e la ricca tua serica vesta,
portale teco pur, ch’io le ti lasso
con questi annunzi tuoi sciaurati e rii,
o poeta o stregon che tu ti sii. —
32
E in questo dire in su ’l destrier salito
a la pugna volgea senza soggiorno,
dal magnanimo cor tratto a l’invito
del suon de l’armi che fremea d’intorno:
quando il tergo de’ suoi vide assalito
dal feroce Roldan che fea ritorno
da la campagna, e seco avea Ramberto
di sangue e di sudor tutto coperto.
33
Onde contra il furor de le balestre
che scoccava ne’ suoi la gente alpina,
subito strinse l’ordinanza equestre,
e si ritrasse a un’osteria vicina:
e il capitan Paulucci a la pedestre,
sudando e ansando e con la man mancina
dimenando il cappel per farsi vento,
ritrasse anch’egli i suoi, ma con piú stento:
34
ché Betto e Vico e Peppe e Ciancio e Lello
e Tile e Mariotto e Cecco e Bino
e’l Miccia d’Erculan Montesperello
vi restâr morti e Cittolo Oradino;
e prigioni, Binciucco Signorello
e Mede di Pippon Montomelino;
e Fulvio Gelomia cadde di sella,
primo cultor de la natia favella.