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114 la secchia rapita


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     Nulla risponde; e contra i ravennati
Tomasin, a quel dir, strigne gli sproni
con una compagnia di scapigliati,
dediti al gioco e a far volar piccioni,
che triganieri fûr cognominati,
nemici naturai de’ bacchettoni;
gente che ’l ciel avea posto in oblio,
e l’appetito sol tenea per Dio.
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     Con questi il Gorzanese ardito e franco
ratto si mosse, e al primo incontro uccise
Gaspar Lunardi e Desiderio Bianco,
e a Lamberto Raspon l’elmo divise:
quando Perinto lo ferí per fianco
con l’asta de l’insegna; e in modo arrise
fortuna al suo valor, ch’in terra cade,
e restò prigionier fra mille spade.
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     Perduto il capitan, l’impeto allenta
la gente sua che ’l disvantaggio vede:
ma non fugge però né si sgomenta,
e torna in ordinanza in dietro il piede.
Perinto, poi ch’a Ostasio da Polenta
che tra’ primi il seguia l’insegna diede,
Jotatan con la spada in terra mette
e Barbante figliuol di Mazzasette.
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     Ma intanto il Potta, udito il caso fiero
di Tomasino, e, quel che piú gli dolse,
del re de’ sardi rotto e prigioniero,
santa Nafissa a bestemmiar si volse:
e montato su un’erta col destriero,
pur novella speranza anco raccolse;
ché le bandiere de’ nemici sparte
vide fuggir de la sinistra parte.