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102 | la secchia rapita |
19
— O de l’imperio di Germania fiore,
anime eccelse, eccovi l’ora e ’l campo,
in cui risplenderá vostro valore
di glorioso inestinguibil lampo.
Io, confidato in voi, mi sento il core
tutto infiammar di generoso vampo;
e su questi papisti oggi disegno
di lasciar con la spada orribil segno.
20
Seguitatemi voi, ché l’empia setta
qui tutte accolte ha le sue forze estreme,
perché possa una sol giusta vendetta
l’ira sfogar di tante ingiurie insieme.
Se vaghezza di fama il cor v’alletta,
se l’onor de la patria oggi vi preme,
se v’è caro mio padre o molto o poco,
quest’è il tempo ch’io ’l vegga e questo è il loco.
21
Cosí detto, il feroce urta il destriero,
e l’asta a un tempo e la visiera abbassa;
e tra nemici impetuoso e fiero,
qual fulmine tra cerri, incontra e passa.
Baldin Ghiselli e Lippo Ghiselliero
e Antonel Ghisellardi in terra lassa,
e Melchior Ghisellini e Guazzarotto,
bisavo che fu poi di Ramazzotto.
22
Giandon da la Porretta era un petronio
grande come un gigante, o poco meno;
e in vece d’un caval reggea un demonio,
(cred’io) senz’adoprar sella né freno:
un de’ mostri parea di sant’Antonio,
né pasceva il crudel biada né fieno;
ma gli uomini mangiava, e distruggea
co’ denti il ferro, e un corno in testa avea.