Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
canto quinto | 95 |
59
Né molto andò che da diversi intese
la nuova, che temea, di Castelfranco;
tosto le squadre in ordinanza stese
per giugner sopra l’inimico stanco.
Il destro corno Salinguerra prese,
ritennero i Petroni il lato manco,
presaghi ch’il valor tedesco e sardo
dovea quivi pugnar col re gagliardo.
60
Con Salinguerra a destra i fiorentini
giunsero l’ordinanze e i milanesi,
e la squadra con lor de’ perugini,
e la cavalleria de’ riminesi:
il signor di Ravenna e i faentini,
Fano, Imola, Cesena e i forlivesi,
Pesaro, Fossombruno e Sinigaglia,
il mezzo ritenean de la battaglia.
61
Il carroccio restò, com’era usanza
tra i bolognesi, appo il sinistro corno,
con molti cavalier di gran possanza
e gente a piedi e machine d’intorno.
Indi si mosse il campo in ordinanza;
e giunse, che drizzava al mezzo giorno
Febo i cavalli, a l’inimico a fronte,
rintronando di gridi il piano e ’l monte.
62
Da l’altra parte i Gemignani usciti
di Castelfranco a la battaglia in fretta,
col magnanimo re de’ sardi uniti
fermar l’insegne a tiro di saetta:
e posti in fronte i piú feroci e arditi,
slargaro i fianchi a l’ordinanza stretta,
per non esser rinchiusi e circondati
dal numero maggior di tanti armati.