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29.


Ne l’istesso soggetto.


Onde, per consolarne i miei dolori,
     Vieni, o sogno, pietoso al mio lamento?
     Tal ch’al tuo dolce inganno omai consento
     4Cinto di vaghe imagini e d’errori.
Le care gemme e i prezïosi odori
     Dove furasti, e i raggi e l’aure e ’l vento,
     Per farmi nel languire almen contento,
     8Pur come un de le Grazie o de gli Amori?
Forse involasti al ciel tua luce, e ’l sole
     Teco m’apparve? E dal fiorito grembo
     11Parte sentia spirar gigli e viole;
E sentia, quasi fiamma ch’al ciel vole,
     La bella mano, e quasi fresco nembo
     14Sospiri e soavissime parole.