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352.


Or che la nave mia
     Va per l’onde d’amor, di gelosia,
     Il mar sempr’è turbato
     Che del mio pianto...;
     5Colma va dei desiri,
     Sono remi i pensier, venti i sospiri;
     È la vela il mio core,
     E i naviganti son Speme e Timore.
     Lunge mi veggo il lito,
     10Il mio lume, il mio sol anco è sparito;
     Ed al governo siede
     Amor, che non ha legge e non ha fede:
     Talché, se rompe a scoglio,
     O s’affonda nel mar, di me mi doglio,
     15Che fui pur troppo audace
     Cagion che spesso il cor sospira e tace.
     Donna, non sol tu m’hai ferito il core,
     Tu che sanarlo puoi
     Con un sol sguardo de’ begli occhi tuoi,
     20Ma per maggior tormento
     Vuoi ch’io taccia il dolor ch’io provo e sento.