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351.


Costei vuol ch’ami e taccia,
     Ella m’odia e ragiona:
     Questa è d’aspro martir palma e corona.
     Io amo dunque, io amo,
     5E dir non oso — amiamo — ,
     Ch’odio è di tanta fede
     Dolce ristoro al fin, dolce mercede.
     Amor, già fusti cieco,
     Or non se’ cieco, e miri
     10Con occhi mille i dolci altrui desiri;
     Ma ben sei muto, Amore,
     E tra’ tuoi fochi ascosi
     Dentro al mio petto sospirar non osi;
     E il mio sí largo ardore
     15È profondo silenzio in umil core.
     Se parola o sospiro
     Può scemar quella fiamma
     Che fa cenere il volto e ’l core infiamma,
     Manchi a’ sospiri ardenti
     20Il suon de’ chiari accenti,
     Manchi lo spirto a l’alma,
     E un bel silenzio sol mi tenga in calma.