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318.
Sovra un lucido rio
Si dolea per amore
Un pastorel mirando il suo bel viso: —
Perché, diceva, anch’io
5Non mi converto in fiore,
Benché non ami come fe’ Narciso,
Che ’n quella forma almeno
Mi raccorrebbe la mia donna in seno? —
319.
Non può l’angusto loco
Tra pini abeti e faggi
Celare i vostri puri e lieti raggi
E ’l dolce e vivo foco:
5E chi nasconde il sole
Perchè non splenda fuor com’egli suole?
Occhi graditi e cari,
Occhi sereni e chiari,
Voi somigliar sovente
10Fate quest’umil villa un orïente.