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306.


Né dolce umor che nobil canna asconde,
     Né soavi licori
     Trasser l’api giammai da’ vaghi fiori,
     Né rugiada celeste
     5Piove in tenere fronde,
     Com’io furai da queste
     Vermiglie e vaghe rose.
     Datemi un bacio ancor, labbra amorose!
     Ma volete ch’io torni a’ furti miei?
     10Io torneró, ch’in voi morir vorrei
     Per furto o per rapina,
     Se ’l ciel sí nobil morte mi destina.


307.


Non sono in queste rive
     Fiori cosí vermigli
     Come le labbra de la donna mia,
     Né ’l suon de l’aure estive
     5Tra fonti e rose e gigli
     Fa del suo canto piú dolce armonia.
     Canto che m’ardi e piaci,
     T’interrompano solo i nostri baci!