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281.


O destrieri del sole,
     Perch’un sole è costei
     Di valor, di bellezza a gli occhi miei,
     Come voi siete mossi a suon di sferza
     5In me si move il core
     E la ragion in lui percuote e sferza,
     Già fatto Autumedòn sul carro Amore:
     E perché non m’impiaghi
     Sento allora tremar gli spirti vaghi,
     10E conosco lontano
     Il dolce colpo de l’usata mano.


282.


Quella ch’i suoi tesori asconde e cela
     In rime espose, quasi gemme elette,
     Le dolci parolette,
     Quasi volesse dir — Questa è la mostra
     5De la ricchezza senza pari al mondo,
     Onde il meno paleso e ’l piú nascondo;
     Dentro è la merce nostra. —
     Or chi la merca, Amore,
     S’ogni merce ricuso e chiedo il core?