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217.


Son queste, Amor, le vaghe chiome d’oro
     Da cui sí bramo d’esser preso e ’nvolto
     E, senza mai cercar d’andarne sciolto,
     4Chieder pietà mentre languisco e moro?
È questo quel bel ciglio in cui t’adoro
     Perché mi scopri ogni tuo bene accolto?
     Son questi gli occhi ove il tuo stral m’ha colto,
     8Né già piú dolce uscir potria da loro?
Deh, chi dimostra il paradiso aperto
     In breve carta, che ritrar vorrei
     11Perch’io non sol, ma l’arte avesse merto?
Fugga la nuova maraviglia e lei
     Che ’l Po vagheggia, chi servir sí certo
     14Non prepone a vittorie ed a trofei.