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176.
Risorto d’una grave infermità dice d’esser quasi risuscitato
per la bellezza de la signora Laura.
Cinzia giammai sotto ’l notturno velo
Non si mostrò cosí lucente e pura,
Come costei sotto la gonna oscura
4Vidi illustrar con mille raggi il cielo.
Io, ch’era fredda neve e duro gelo
Né piú di vita avea senso o figura,
Arsi allor tutto e ben fu mia ventura
8Che m’infiammassi di sí nobil zelo;
Perché l’aura vitale e ’l foco santo
Che da lei spira alma novella e core
11Formaro in queste membra afflitte e dome.
Cosí per lei rinacqui, e vivo e canto,
Mostro de la fortuna e piú d’amore,
14La mia salute in terra e ’l suo bel nome.