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148.
Parla con Amore del suo fuoco uscito da un lauro, e intende metaforicamente
l’amoroso desiderio nato da la bellezza di Laura.
P. — Con qual focil meraviglioso, Amore,
Il mio bel foco hai desto,
E di qual selce tratto il vivo ardore? —
A. — Né ferro trasse il tuo vivace foco
5Né fuor di pietra ripercosso uscío,
Ma da la scorza d’un bel lauro è nato. —
P. — E chi serba la fiamma in freddo loco?
O chi la tempra in guisa, o signor mio,
Che non avvampi l’arboscello amato? —
10A. — La natura, non io, per nostro onore:
Suo miracolo è questo.
Io d’esca in vece l’avvicino al foco.