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7.


Descrive come ne l’età giovenile per l’inesperienza fosse preso

dal piacer d’una gentilissima e nobil fanciulla.


Giovene incauto e non avvezzo ancora
     Rimirando a sentir dolcezza eguale,
     Non temea i colpi di quel raro strale
     4Che di sua mano Amor polisce e dora.
Né pensai che favilla in sí breve ora
     Alta fiamma accendesse ed immortale;
     Ma prender, come augel ch’impenna l’ale,
     8Giovenetta gentil credea talora.
Però tesi tra’ fior d’erba novella
     Vaghe reti, sfogando i tristi lai
     11Per lei, che se n’andò leggiera e snella;
E ’n gentil laccio i’ sol preso restai,
     E mi furo i suoi guardi arme e quadrella
     14E tutte fiamme gli amorosi rai.