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132.


Assomiglia la signora Laura a l’Aurora, bench’ella andasse

vestita di nero.


La bella aurora mia, ch’in negro manto
     Inalba le mie tenebre e gli orrori
     E de l’ingegno mio ravviva i fiori
     4Che prima distruggea l’arsura e ’l pianto,
Mi risveglia e m’invita a novo canto;
     E, quasi augel che desto a’ primi albori
     Saluti il giorno e ’l sol cantando adori,
     8L’adoro e ’nchino e le do lode e vanto.
La lingua muta un tempo e poscia avvezza
     A formar con dolore ogni suo detto
     11Or canta la mia gioia e la sua luce.
Almo raggio di Dio, vera bellezza
     Ch’arde ma non consuma, e sol produce
     14Novi frutti d’amor, pace e diletto.