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     E la serena luce
     E ’l dolce fiammeggiar i’ non soffersi
     Quando gli occhi v’apersi.
     85Ma segue un’altra poi de la sorella
     Il corso vago e di sue belle forme
     Par che tutta s’informe
     E di sue corna, e quindi ancor s’appella:
     Tal lei veggio indurarsi ascosa in parte
     90Se torna o parte — fa sentier diversi.
Canzon, ch’io non divegna
     Fra tante meraviglie un muto sasso
     Solo è cagione Amor, che grazia impetra
     Da la mia nobil pietra:
     95E spero andarne cosí passo passo,
     E pur quasi d’un marmo esce la voce
     Che manco nuoce — ov’è chi men disdegna.