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Un’animal terreno,
     Ch’è bianco sí che vince ogni bianchezza
     Ed ogn’altra bellezza,
     Morir piú tosto che bruttarsi elegge.
     20Però, come si legge,
     È preso, e, per vestirne i duci illustri,
     Le sue tane palustri
     D’atro limo son cinte; e morto almeno
     Pregio ha di seno in seno,
     25E per donna leggiadra ancor s’apprezza:
     Cosí la fera mia, perché s’adorni,
     La vergogna e gli scorni
     Piú che la morte è di fuggire avvezza;
     Né macchia il crudo arcier le care spoglie
     30Mentre raccoglie — e sparge il suo veleno.
In Grecia un fonte instilla,
     Se labbra asciutte bagna il freddo umore,
     Profondo oblio nel core;
     L’altra bevuta fa contrari effetti,
     35E ’n duo vari soggetti