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111.


Tornando sotto il giogo, di nuovo ne spera fama e riputazione.


Mentre al tuo giogo io mi sottrassi, Amore,
     E fui ribello al tuo ch’è giusto regno,
     M’ebbe fortuna ingiuriosa a sdegno
     4Tronca la via di bello e d’alto onore;
Tal ch’io muto consiglio, e dono il core,
     Sacro la verde età, sacro l’ingegno
     A le saette; ah! non ti spiaccia il segno,
     8Che non si volge al trapassar de l’ore.
Né trovar lo potrai da Battro a Tile
     Piú costante a’ tuoi colpi o dolci o ’nfesti:
     11E tu gloria n’avrai, signor gentile,
Io pregio e fama, e dí men foschi e mesti;
     E teco muterà suo duro stile
     14Sorte nemica a’ miei desiri onesti.