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98.


Si duole che la gelosia abbia contaminata la dolcezza

e la soavità ch’egli sentiva ne l’amare.


Quel puro ardor che da i lucenti giri
     De l’anima immortale in me discese,
     Sì soave alcun tempo il cor m’accese
     4Che nel pianto ei gioiva e ne’ sospiri.
Come minacci Amor, come s’adiri,
     Quali sian le vendette e quai l’offese
     Per prova seppi allor, né piú s’intese
     8Che beassero altrui pene e martiri.