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1.
[C-Ts3. — 9-11-12-13-15-20-24
29-33-67-85-87-141-166-169-181-182-224-260-268. —
Fatto spirituale dal Selva.[C - 85]
Questo primo sonetto è quasi proposizione de l’opera: nel quale il poeta dice di meritar lode d’essersi pentito tosto del suo vaneggiare, ed esorta gli amanti col suo esempio che ritolgano ad Amore la signoria di se medesimi.
Vere fûr queste gioie e questi ardori1
Ond’io piansi e cantai con vario carme,2
Che poteva agguagliar il suon de l’arme3
4E de gli eroi le glorie e i casti amori:
9 manca l’arg. — 11 Quasi proposizione de l’opera. 2. 9-11 vari carmi. 3. 9-11 Che potean sostenere il suon de l’armi. 4. Ts3 corregge la gloria.
- ↑ Esposizione de l’autore. 1. Vere fûr queste gioie. Cioè questi piaceri o questi diletti: e veri sono quelli, come scrisse Platone nel Filebo, de’ quali si nutriscono i buoni: perciocché gli uomini malvagi si rallegrano de’ falsi piaceri ch’imitano i veri ma in un modo degno di riso. Si dee ciò nondimeno intender del nutrimento de l’animo e de l’intelletto, che è quella ambrosia de la quale favoleggiano gli antichi poeti.
— e questi ardori. Questi amori; imperocché l’amore è chiamato fuoco e flamma. E dice il poeta che gli amori suoi sono stati veri, per dimostrare che il vero amore o i veri amori sono il vero soggetto del poeta lirico, come scrive il Petrarca ne le sue epistole latine. Tuttavolta intorno ad esso favoleggia non altrimenti che faccia l’epico, come fa il medesimo autore in molti suoi componimenti, e particolarmente ne la canzone de le trasformazioni e in quella Standomi un giorno solo a la finestra e in quell’altra Tacer non posso e temo non adopre; né meno che in alcuna altra ne la la canzone ov’egli fa citare Amore avanti la Ragione. Ma il soggetto amoroso in tutto falso è proprio del comico poeta; laonde molto s’ingannavano coloro che portavano opinione che ’l poeta veramente non fosse acceso di Laura. - ↑ 2. Il cantare e il piangere sono effetti d’amore convenevolissimi al poota lirico il quale li accoppia insieme, come il Petrarca dicendo Del vario stile in ch’io piango e ragiono; e ’l Bembo Piansi e cantai lo strazio e l’aspra guerra; o li divide come ¡l Petrarca I piansi, or canto: e Cantai or piango.
- ↑ 3. Ha riguardo a quel detto di Quintiliano, nel giudicio ch’egli fa di Stesicoro: Stericorum, quam sit ingenio validus, materiae quoque ostendunt, maxima bella et clarissimos canentem duces et epici carminis onera lira sustinentem. E conforme a questa è l’opinione di Dante ne la Volgare Eloquenza, che l’arme siano soggetto ancora de la canzone.