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63.
Dice d’aver fatto indarno esperienza se lo star lontano da la sua donna poteva risanarlo de l’infermità amorosa, e conchiude che la dimenticanza sola potrebbe esser buon rimedio a questo male.
Dopo cosí spietato e lungo scempio
E tante sparse lagrime e lamenti
Io non estinguo le mie fiamme ardenti
4Né parte ancor de’ miei desiri adempio.
E s’intoppo non fusse ingiusto ed empio,
Al fonte di pietate avrei già spenti
Gl’interni ardori; e pur ne’ miei tormenti
8Novo Tantalo fui con fero esempio.
Perché, fuggendo, non scemò favilla
De la febbre amorosa in tanta sete,
11Anzi al cor ne senti’ piú calde faci.
E dritto è ben ch’io fugga onde fugaci
E cerchi dove sparga umor di Lete
14Omai piú dolce fonte e piú tranquilla.