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scena prima. | 11 |
Et con quanti iterati abbracciamenti
La vite s’auuiticchia al ſuo marito:
L’abete ama l’abete: il pino il pino:
155L’orno per l’orno, & per la ſalce il ſalce,
E l’un per l’altro faggio arde, e ſospira.
Quella quercia, che pare
Sì ruuida, e ſeluaggia,
Sent’anch’ella il potere
160De l’amoroſo foco: e, ſe tu haueſſi
Spirto, e ſenſo d’Amore, intendereſti
I ſuoi muti ſospiri. hor tu da meno
Eßer vuoi de le piante,
Per non eſſer amante?
165Cangia, cangia conſiglio,
Pazzarella che ſei.
Sil.Hor sù, quando i ſospiri
Vdirò de le piante,
Io ſon contenta allhor d’eſſer amante.
Daf.170Tu prendi à gabbo i miei fidi conſigli,
E burli mie ragioni? ò in amore
Sorda non men, che ſciocca: ma và pure,
Che verrà tempo, che ti pentirai
Non hauerli ſeguiti. e già non dico
175Allhor che fuggirai le fonti, ou’hora
Speſſo ti specchi, e forſe ti vagheggi,
Allhor che fuggirai le fonti, ſolo
Per tema di vederti creſpa, e brutta,
Queſto auerratti ben. ma non t’annuncio
E con quanti iterati abbracciamenti
La vite s’avviticchia al suo marito:
L’abete ama l’abete: il pino il pino:
155L’orno per l’orno, e per la salce il salce,
E l’un per l’altro faggio arde, e sospira.
Quella quercia, che pare
Sì ruvida, e selvaggia,
Sent’anch’ella il potere
160De l’amoroso foco: e, se tu avessi
Spirto, e senso d’Amore, intenderesti
I suoi muti sospiri. Or tu da meno
Esser vuoi de le piante,
Per non esser amante?
165Cangia, cangia consiglio,
Pazzarella che sei.
Sil.Or su, quando i sospiri
Udirò de le piante,
Io son contenta allor d’esser amante.
Daf.170Tu prendi a gabbo i miei fidi consigli,
E burli mie ragioni? O in amore
Sorda non men, che sciocca: ma va’ pure,
Che verrà tempo, che ti pentirai
Non averli seguiti. E già non dico
175Allor che fuggirai le fonti, ov’ora
Spesso ti specchi, e forse ti vagheggi,
Allhr che fuggirai le fonti, solo
Per tema di vederti crespa, e brutta,
Questo averratti ben. Ma non t’annuncio
B 2 Già