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scena prima. 9

     Ch’egli, teco ſdegnato, al fin procuri,
     Ch’à lui piaccia colei, cui tanto ei piace,
     Qual animo fia il tuo? ò con quali occhi
     Il vedrai fatto altrui? fatto felice
     100Ne l’altrui braccia, e te ſchernir ridendo?

     Sil.Faccia Aminta di ſe de’ ſuoi Amori,
     Quel ch’à lui piace, à me nulla ne cale:
     E, pur che non ſia mio, ſia di chi vuole:
     Ma eſſer non può mio, s’io lui non voglio;
     105Nè s’anco egli mio foſſe, io ſarei ſua.

     Daf.Onde naſce il tuo odio?     Sil.     Dal ſuo amore.
     Daf.Piaceuol padre di figlio crudele.
     Ma, quando mai da i manſueti agnelli
     Nacquer le tigri? ò da i bei Cigni i corui?
     110Ò me inganni, ò te ſteſſa.     
Sil.     Odio il ſuo amore,
     Ch’odia la mia honeſtate, & amai lui
     Mentr’ei volſe di me quel, ch’io voleua.

     Daf.Tu voleui il tuo peggio: egli à te brama
     Quel, ch’à ſe brama.     
Sii.     Dafne, ò taci, ò parla
     115D’altro, ſe vuoi rispoſta.     
Daf.     Hor guata modi?
     Guata, che dispettoſa giouinetta?
     Hor, rispondimi almen, s’altri t’amaſſe,
     Gradireſti il ſuo amore in queſta guiſa?

     Sil.In queſta guiſa gradirei ciaſcuno
     120Inſidiator di mia Virginitate,
     Che tu dimandi amante, & io nimico.

     Daf.Stimi dunque nimico
     Il monton de l’agnella?


     Ch’egli, teco sdegnato, al fin procuri,
     Ch’a lui piaccia colei, cui tanto ei piace,
     Qual animo fia il tuo? O con quali occhi
     Il vedrai fatto altrui? Fatto felice
     100Ne l’altrui braccia, e te schernir ridendo?

     Sil.Faccia Aminta di se de’ suoi Amori,
     Quel ch’a lui piace, a me nulla ne cale:
     E, pur che non sia mio, sia di chi vuole:
     Ma esser non può mio, s’io lui non voglio;
     105Nè s’anco egli mio fosse, io sarei sua.

     Daf.Onde nasce il tuo odio?     Sil.     Dal suo amore.
     Daf.Piacevol padre di figlio crudele.
     Ma, quando mai da i mansueti agnelli
     Nacquer le tigri? O da i bei Cigni i corvi?
     110O me inganni, o te stessa.     
Sil.     Odio il suo amore,
     Ch’odia la mia onestate, ed amai lui
     Mentr’ei volse di me quel, ch’io voleva.

     Daf.Tu volevi il tuo peggio: egli a te brama
     Quel, ch’a se brama.     
Sii.     Dafne, o taci, o parla
     115D’altro, se vuoi risposta.     
Daf.     Or guata modi?
     Guata, che dispettosa giovinetta?
     Or, rispondimi almen, s’altri t’amasse,
     Gradiresti il suo amore in questa guisa?

     Sil.In questa guisa gradirei ciascuno
     120Insidiator di mia Virginitate,
     Che tu dimandi amante, ed io nimico.

     Daf.Stimi dunque nimico
     Il monton de l’agnella?

B        De