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6 | atto primo. |
È la cura, de l’arco, e de gli ſtrali;
Seguir le fere fugaci, e le forti
Atterrar combattendo; e, ſe non mancano
15Saette à la faretra, ò fere al boſco,
Non tem’io, che à me manchino diporti.
Daf.Inſipidi diporti veramente,
Et inſipida vita: e, s’à te piace,
È ſol, perche non hai prouata l’altra.
20Coſi la gente prima, che già viſſe
Nel mondo anchora ſemplice, & infante,
Stimò dolce beuanda, e dolce cibo,
L’acqua, e le ghiande, & hor l’acqua, e le ghiande
Sono cibo, e beuanda d’animali,
25Poi che s’è poſto in uſo il grano, e l’uua.
Forſe, ſe tu guſtaſſi anco una uolta
La milleſima parte de le gioie,
Che guſta un cor amato riamando,
Direſti, ripentita, ſospirando:
30Perduto è tutto il tempo,
Che in amar non ſi ſpende.
Ò mia fuggita etate,
Quante vedoue notti,
Quanti dì ſolitari
35Hò conſumati indarno,
Che ſi poteano impiegar in queſt’uſo,
Il qual più replicato, è più ſoaue.
Cangia, cangia conſiglio,
Pazzarella che ſei:
È la cura, de l’arco, e de gli strali;
Seguir le fere fugaci, e le forti
15Atterrar combattendo; e, se non mancano
Saette a la faretra, o fere al bosco,
Non tem’io, che a me manchino diporti.
Daf.Insipidi diporti veramente,
Ed insipida vita: e, s’a te piace,
È sol, perche non hai provata l’altra.
20Così la gente prima, che già visse
Nel mondo ancora semplice, ed infante,
Stimò dolce bevanda, e dolce cibo,
L’acqua, e le ghiande, ed or l’acqua, e le ghiande
Sono cibo, e bevanda d’animali,
25Poi che s’è posto in uso il grano, e l’uva.
Forse, se tu gustassi anco una volta
La millesima parte de le gioie,
Che gusta un cor amato riamando,
Diresti, ripentita, sospirando:
30Perduto è tutto il tempo,
Che in amar non si spende.
O mia fuggita etate,
Quante vedove notti,
Quanti dì solitari
35Ho consumati indarno,
Che si poteano impiegar in quest’uso,
Il qual più replicato, è più soave.
Cangia, cangia consiglio,
Pazzarella che sei:
Che’l