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ATTO QUARTO 83

Vera amicizia ancor mi faccia amante,
E se le par, marito; e tutte estingua
D’Amore, e d’Imeneo le faci ardenti,
O di Marte le fiamme, e ’l foco accresca.
Così direte al Re: lodo, e confermo
Che ’l vero amico mi discioglia, o leghi.


SCENA SECONDA

GERMONDO

Giusto non è che sia stimato indarno
Malvagio il buono, o pur il buon malvagio;
Perchè perdita far di buono amico,
E della cara vita è danno eguale:
Ma tai cose col tempo altri conosce,
Chè sol può il tempo dimostrar l’uom giusto.
Però se i giorni, e lore, e gli anni, e i lustri
Torrismondo mostràr verace amico,
Parer non muto, e di mutar non bramo:
Anzi le vie del core io chiudo, e serro.
Quanto m’è dato; e le ragioni incontra
Al sospettar, ch’è sì leggiero e pronto,
Per sì varia cagion raccolgo a passi.
O pur questa mia vera, e stabil fede
Non solo questo dì, ma un lungo corso
Più mi confermi ancor d’anni volanti;
Perchè sian d’amicizia eterno esempio
L’invitto Re de’ Goti, e ’l suo Germondo.
Pur l’accoglienza, e ’l modo ancor mi turba
Assai diverso, e ’l men sereno aspetto,
Che non soleva, e della fè promessa,
E di nostra amicizia, e degli errori,